Il concerto si è tenuto il 17 dicembre 2005 alla Stazione Centrale di Napoli per presentare alla città il progetto sociale “Le Mani” che si propone di diffondere una cultura della solidarietà con particolare attenzione per il disagio che ruota intorno alla “Ferrovia”, il quartiere dove sono nato e che ha suggerito tanta parte della mia musica. Grazie a Don Elvio Damoli e Don Antonio Vitiello che mi hanno aiutato a pensarlo, alle Istituzioni che lo hanno condiviso e sostenuto: Regione Campania, Comune di Napoli, Provincia di Napoli, Camera di Commercio di Napoli, ASL NA1. Grazie a RFI che ha ospitato le nostre strutture, alle Ferrovie dello Stato, a Grandi Stazioni e al centro La Tenda che hanno reso possibile l’apertura dell’ HELP CENTER all’interno della stazione perche’ le persone in difficolta’ possano più facilmente entrare in contatto con le strutture preposte che operano sul territorio.
Grazie a tutti i volontari che ogni giorno prestano il proprio lavoro alla costruzione di un mondo possibile.
Eduardo De Crescenzo
HANNO SUONATO: Claudio Mastracci – batteria, Vittorio Pepe – basso, Franco Giacoia – chitarre, Stefano Sabatini – pianoforte e rhodes, Pasquale Faggiano – tastiere, Eduardo De Crescenzo – fisarmonicaCORI: Rosanna Russo, Marilisa Amelino, Francesco Maraniello
OSPITI: I Ragazzi di Bucarest, Paul e Gabin Dabiré – voce e percussioni, Daniele Baione – violino, Il coro di Carlo Morelli, direttore dei cameristi del Teatro S. Carlo di Napoli
Produzione: Cinque e Trenta srl – Direzione artistica: Eduardo De Crescenzo – General manager: Marina Micco – Allestimenti: Italstage Company srl – Luci: Emmedue srl – Audio: Live System srl – Fonico palco: Ugo Prato – Fonico sala: Piero Bravin – Coordinamento: Promomusic Italia sas – Video produzione: Cinque e Trenta srl / Sudovest srl – Regia: Pino Leoni – Service video: Mixim Visual Art – Registrazione audio: Massimo Aluzzi – Missaggio e supervisione: Gigi De Rienzo
L’intervista con Eduardo, a cura di Giorgio Verdelli è stata registrata negli studi di Napoli Canale 21.
Post produzione: Newtelecinema SpA a cura di Cesare Simoncelli e Luca Tafuro
Progetto grafico: Alberto Grant
Per il suo primo concerto in DVD Eduardo sceglie LA FERROVIA di Napoli, il quartiere dov’è nato e che ha ispirato tanto della sua stessa produzione artistica. Brani come: I RAGAZZI DELLA FERROVIA, STELLE SENZA PATRIA, IL TRENO… rappresentano tutt’oggi foto mai sbiadite della realtà di un territorio, delle sue problematiche, delle sue trasformazioni nel tempo. Un’ambientazione che nessun regista avrebbe potuto rendere più vera e pertinente. E’ così che questo lavoro diventa un documento ancor più suggestivo per rappresentare un artista che usa il suo talento per raccontarci la vita nelle sue espressioni più autentiche.
Visto da Peppe Lanzetta
Parlare di Eduardo De Crescenzo è come parlare di un vecchio saggio, è come parlare di un bambino meraviglioso. Questa è l’immagine che da sempre ho avuto davanti agli occhi, da quella sera di Sanremo 81, quando apparve al grande pubblico. E fu stupore, incredulità. Appunto meraviglia. I francesi dicono: Chapeau! E’ il massimo complimento davanti a un talento. Il suono. Il canto. L’armonia. La melodia. La profondità. L’estensione. Le ottave. Gli occhi chiusi. L’anima che si denuda. Eduardo è l’artista: entra, esce, non chiude la porta, non cerca scuse, non chiede permesso, fa tardi, dimentica, poi si ricorda, offende, intimidisce, si genuflette ma nessuno può dirgli niente. Questo video del concerto registrato alla Ferrovia di Napoli, il suo quartiere, cancella per un attimo i falsissimi miti che offuscano questo inizio secolo.
Cancella il presenzialismo, la mediocrità delle proposte, l’arroganza del nulla. Ci rapisce con sirene madri di altri canti, altri suoni, altri valori. Così tutt’intero il personaggio De Crescenzo. D’altri tempi. Modernissimo. Oltre la modernità perchè possiede l’unica cosa che supera i modi e le mode: il talento. Viaggiare tra le sue note è come viaggiare in una vita in cui si attraversano profondamente tutte le emozioni migliori di cui è capace l’animo umano. Come nella splendida Itaca del poeta greco turco Kavafis ciò che conta non è dove ti trovi ma cosa hai imparato durante il viaggio. In questi tempi aridi Eduardo ci porge a sue spese questo privilegio. Tutti gli dobbiamo qualcosa. CHAPEAU!
Peppe Lanzetta